La normativa sismica vigente suddivide il territorio nazionale in 4 principali zone sismiche caratterizzate da differente grado di sismicità:

 

Zona 1: sismicità elevata-catastrofica
È la zona più pericolosa, dove si possono verificare forti terremoti e dove nel passato alcuni comuni sono stati distrutti durante eventi sismici. In Italia 716 comuni sono in questa zona e si trovano nel nord-est del Friuli Venezia Giulia, lungo l'Appennino Centrale e Meridionale (dall'Umbria alla Basilicata); nel sud-ovest della Calabria, in Sicilia, nella zona di Sciacca e Mazara del Vallo.

Zona 2: sismicità medio-alta
In questi comuni si possono verificare terremoti abbastanza forti. Sono presenti 2.324 comuni e si trovano in gran parte del Centro-Sud Italia, in Sicilia, nei luoghi limitrofi alla Zona 1 del Friuli Venezia Giulia e in una piccola parte a est del Piemonte.

Zona 3: sismicità bassa
I comuni presenti in questa zona possono essere soggetti a moderati terremoti. Sono presenti 1.634 comuni e si trovano in una minima parte del Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino, Toscana. Lazio, Umbria, Abruzzo e Puglia e in gran parte dell'Emilia Romagna.

Zona 4: sismicità irrilevante
I comuni presenti in questa zona sono a basso rischio di terremoto, ma gli edifici pubblici, come scuole, ospedali e caserme devono essere costruiti con criteri antisismici e devono essere messi a norma quelli già esistenti. In questa zona sono compresi 3.427 comuni presenti in Val d'Aosta, Piemonte, Alto Adige, basso Veneto, la Penisola Salentina in Puglia e tutta la Sardegna.

 

Un accurata progettazione e messa in opera di strutture sismoresistenti permette di limitare i danni causati dai sempre più frequenti terremoti che insistono sul nostro territorio e salvaguardare la vita umana; questo è il principale obbiettivo del nostro lavoro.